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Chiarimento del Ministero EcoFin in Commissione parlamentare: attualmente nessuna ipotesi di aumento imposte successorie allo studio

Con interrogazione e risposta fornita nella seduta del 23 settembre 2014 il Ministro dell’Economia e Finanze, nella seduta della VI Commissione della Camera ha chiarito che nella legge di stabilità 2015 non ci saranno modifiche sulla misura dell’imposta di successione, non essendovi allo studio della amministrazione finanziaria ipotesi di questo genere.

Eccola trascrizione di interrogazione e risposta:


SEDUTA DEL 23 SETTEMBRE 2014
Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-03613
VI Commissione:
CAPEZZONE. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso
che: da indiscrezioni giornalistiche apparse già prima della pausa estiva e che si sono via via intensificate negli ultimi giorni con articoli ben informati pubblicati su prestigiosi quotidiani economici italiani, parrebbe che, fra le norme contenute nella prossima legge di stabilità 2015 vi sia spazio anche per una revisione dell’imposta di successione: l’obiettivo sarebbe raddoppiarne l’attuale gettito da 500 milioni a un miliardo l’anno;
la normativa sull’imposta di successione, contenuta nel testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta sulle successioni e donazioni, approvato con decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346, e successive modificazioni, è stata oggetto di diversi interventi negli ultimi anni: l’articolo 69 della legge n. 342 del 2000 stabilì che l’applicazione dell’imposta di successione si effettuasse esclusivamente sulla parte di valore della quota spettante a ciascun beneficiario che superasse i 350 milioni di lire; successivamente, l’articolo 13 della legge 18 ottobre 2001, n. 383, soppresse completamente l’imposta sulle successioni e donazioni, fatta salva l’applicazione delle imposte ipotecaria e catastale; con il decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, si è introdotta l’imposta di registro per i trasferimenti successori e donativi, e, con la conversione in legge del citato decreto (legge 24 novembre 2006, n. 286) è stato eliminato il riferimento all’imposta di registro e si è reintrodotta l’imposta di successione e donazione; la disciplina è stata ulteriormente modificata con l’emanazione della legge 27 dicembre 2006 n. 296 (cosiddetta « Finanziaria 2007);
attualmente la normativa sull’imposta di successione prevede tre aliquote distinte, a seconda del grado di parentela degli eredi, e conseguenti franchigie: coniuge e parenti in linea retta aliquota al 4 per cento, con franchigia fino a 1 milione di euro di valore dell’eredità; fratelli e sorelle, aliquota al 6 per cento, con franchigia di 100.000 euro, altri parenti fino al 4o grado, affini in linea retta, affini in linea collaterale fino al 3o grado, aliquota al 6 per cento senza franchigia; tutti gli altri soggetti, aliquota al 8 per cento senza franchigia; in caso di beneficiario portatore di handicap grave la franchigia applicabile sale a 1,5 milioni di euro;
tra le ipotesi al vaglio dei tecnici del Ministero dell’economia e finanze vi sa- rebbe l’aumento dal 4 al 5 per cento dell’aliquota per gli eredi in linea retta con riduzione della franchigia da 1 milione a 2-300mila euro e di due punti percentuali, dal 6 all’8 per cento, per gli altri parenti e affini; gli estranei potrebbero vedersi elevare l’aliquota dall’attuale 8 al 10 per cento; per fratelli e sorelle è ipotizzata, inoltre, una riduzione della franchigia dagli attuali 100mila a 30/50mila euro;
la riduzione delle franchigie con il contestuale aumento delle aliquote, porterebbe molti degli attuali esenti tra i parenti in linea retta a pagare, con il rischio di aumenti anche del 167 per cento in casi come quelli di passaggi ereditari a fratelli o sorelle;
i benefici aggiuntivi sul gettito, così come emergono dalle indiscrezioni giornalistiche, paiono però tutti da verificare, mentre sarebbe accertato e grave il danno per numerosi contribuenti, a maggior ragione in questa fase di crisi economica;
nei giorni scorsi l’interrogante ha sollecitato più volte, inutilmente, chiarimenti o smentite pubbliche da parte dell’esecutivo;
se le indiscrezioni giornalistiche trovino un fondamento e quali siano le reali intenzioni del Governo in tema di revisione dell’imposta di successione. (5-03613)

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MERCOLEDÌ 24 SETTEMBRE 2014
5-03613 Capezzone: Orientamenti del Governo in tema di revisione dell’imposta di successione.
TESTO DELLA RISPOSTA
L’Onorevole interrogante fa presente che con articoli pubblicati su prestigiosi quotidiani economici italiani, è stata avanzata l’ipotesi che, fra le misure contenute nella legge di stabilità per il 2015, vi possa essere spazio anche per una revisione dell’imposta di successione.
Tra le ipotesi al vaglio dei tecnici del Ministero dell’economia e delle finanze, si assume esservi anche l’aumento dal 4 al 5 per cento dell’aliquota per gli eredi in linea retta, con riduzione della franchigia da un milione a due/trecentomila euro, e di due punti percentuali, dal 6 all’8 per cento, per gli altri parenti e affini; gli estranei potrebbero vedersi elevare l’aliquota dall’attuale 8 al 10 per cento; per fratelli e sorelle è ipotizzata, inoltre, una riduzione della franchigia dagli attuali centomila a trenta/cinquantamila euro.
Tanto premesso, l’Onorevole interrogante chiede al Ministro dell’economia e delle finanze di conoscere se «le indiscrezioni giornalistiche trovino un fondamento e quali siano le reali intenzioni del Governo in tema di revisione dell’imposta di successione».
Al riguardo, occorre far presente che gli Uffici dell’Amministrazione finanziaria hanno comunicato che nessuna ipotesi di revisione dell’imposta di successione è allo studio.
In proposito, occorre riferire che lo stesso Ministro dell’economia e delle finanze, intervistato a margine dei lavori del G20, ha avuto modo di precisare che nella legge di stabilità per il 2015 non verrà previsto alcun ritocco dell’imposta di successione.