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TyssenKrupp - omicidio volontario per dolo eventuale all'amministratore delegato

È stata emessa la sentenza di primo grado nei confronti degli imputati per il rogo della ThyssenKrupp di Torino. Detta pronuncia, che accoglie la ricostruzione dei pubblici ministeri che hanno guidato l’accusa, ha condannato l’amministratore delegato della azienda per omicidio volontario contestandogli il dolo eventuale e tutti gli altri per omicidio colposo.

La sentenza è del tutto innovativa e rivoluzionaria in materia di sicurezza nei cantieri: è la prima volta che, ad un soggetto responsabile della sicurezza, al verificarsi di un incidente/infortunio mortale, viene contestato l’omicidio a titolo di dolo e non di colpa.
Si giunge alla condanna per omicidio volontario, ovvero alla condanna per reato doloso sulla base della ricostruzione dell’esistenza del dolo eventuale, cioè la rappresentazione ed accettazione del rischio che l’evento infortunio, per quanto non voluto, si potesse verificare.

L’amministratore delegato, infatti, era consapevole del rischio di gravi incidenti per i lavoratori nello stabilimento torinese della multinazionale tedesca e aveva comunque deciso di correrlo, rinunciando ad investire in misure di prevenzione antincendio la somma messagli a disposizione pochi mesi prima dal working group della Tk sulla sicurezza: 800 mila euro per installare un impianto di rilevazione di fumi e spegnimento automatico del fuoco. Al contrario, la scelta, di fronte alla prospettiva di chiudere a breve la fabbrica, fu di conservare la somma per il trasferimento della linea 5.

Su questa decisione dell’amministratore delegato si fonda l’imputazione per dolo eventuale e la conseguente condanna per omicidio volontario; per tutti gli altri responsabili per la sicurezza invece l’imputazione è per omicidio colposo.